scritti teorici / note sulla pittura astratta
Con un sapiente uso di forme e colori, l’arte astratta può evocare l’intima natura che si cela dietro alle volubili sembianze della vita, contemplandola come si può contemplare un mare con tutte le sue onde; ogni nuova onda diversa dalle altre ma pur sempre costituita d'acqua.
C’è una pittura che insegue la fugace apparenza di qualche onda ed una pittura che sa concentrarsi sul divenire dell’acqua.
Ciò presuppone una sensibilità non comune che riesca a vedere oltre le mutevoli apparenze, ma non solo.
Ci vuole la capacità di dare forma concreta alle proprie visioni interiori e ci vuole anche una buona dose di talento affinché quelle immagini sappiano rallegrare l’occhio e trasformarsi in contenuti che arricchiscano la mente e lo spirito.
Tutto ciò è così raro nel panorama artistico contemporaneo.
Ci viene presentata oggi un gran quantità di sedicente arte astratta che somiglia più alla carta per decorare le pareti.
Anche fra coloro che sono mossi da intenzioni oneste, sono ben poche le opere d’arte astratta che nascono da un fecondo processo di osservazione e distillazione della realtà. Il più delle volte la pittura astratta contemporanea presenta delle sintesi che si rivelano vuote.
Matisse parlando con Verdet di una tela di Cézanne: «Per arrivare alla semplicità di queste Baigneuses che vedete al limite del Jardin, ci vuole molta analisi, molta invenzione e molto amore. Bisogna esserne degni, meritarle. Ho già detto una volta: quando la sintesi è immediata, è schematica, senza densità, e l'espressione s'impoverisce.»
(estratto da un saggio di Michael Sciam sullo Stato dell'Arte)
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